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Correlazioni in Medicina



Oftalmopatia di Graves: quando effettuare l’irradiazione retrobulbare ?


Il NICE ( National Institute for Health and Clinical Excellance ) ha pubblicato le sue lineeguida riguardo all’irradiazione retrobulbare nell’oftalmopatia di Graves.

Sulla base delle evidenze cliniche, l’irradiazione retrobulbare può essere impiegata nei pazienti per i quali altri trattamenti risultano inadeguati o associati ad effetti indesiderati.

L’oftalmopatia di Graves, detta anche orbitopatia tiroidea o oftalmopatia Basedowiana, interessa i muscoli extraoculari ed altri tessuti orbitali.
Rappresenta la più comune causa di proptosi monolaterale o bilaterale negli adulti come conseguenza dell’aumento delle dimensioni dei muscoli oculari e dell’incremento del tessuto adiposo nella parte posteriore dell’occhio.

Altri sintomi dell’oftalmopatia tiroidea comprendono diplopia, irritazione oculare con aumentata lacrimazione e fotofobia.

La maggior parte dei pazienti ha sintomi lievi che sono controllati con mezzi conservativi.
Nei pazienti con malattia più grave, le palpebre possono non chiudersi in modo appropriato e questo può comportare un’esposizione corneale ed ulcerazione.
Inoltre, l’aumentato tessuto orbitale può causare compressione del nervo ottico con danneggiamento della vista.

I farmaci steroidei rappresentano il più comune trattamento per l’oftalmopatia tiroidea.
Riducono l’infiammazione a livello dei muscoli oculari e del tessuto orbitale.
Spesso sono richiesti alti dosaggi di corticosteroidi per via sistemica; il trattamento è associato ad effetti indesiderati.
Qualora, dopo trattamento con corticosteroidi per via sistemica, si dovessero presentare recidive, altri interventi devono essere presi in considerazione.

La decompressione orbitale chirurgica ha come obiettivo quello di ridurre la pressione a carico del nervo ottico.
La decompressione consiste nell’allungamento della cavità oculare in modo da permettere al bulbo oculare di ritornare nella sua normale posizione.

La radiazione retrobulbare ha come obiettivo quello di ridurre l’infiammazione orbitale.
Può essere impiegata da sola o in combinazione con gli steroidi.

L’irradiazione retrobulbare viene eseguita in ambito ambulatoriale, con 10 sessioni nell’arco di 2 settimane.

L’efficacia dell’irradiazione retrobulbare è difficile da valutare a causa della naturale storia della malattia che nella maggioranza dei casi tende a risolversi con il tempo.
La procedura inoltre e non è priva di effetti indesiderati, anche gravi. ( Xagena2006 )

Fonte: NICE, 2005


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